Una reminiscenza oscura si liberò.

Un’isola vagante di male serpeggiava

lungo le ultime spiagge di un pianeta immerso nella fine. Esseri dispersi dalla disperazione vennero chiusi tra mura altissime, in balia di menti che soggiogavano la loro volontà.
I padroni dei disperati avevano sete di sangue, sete di vendetta, a loro era stato negato l’avere un anima. La sofferenza del male si vendicava sugli esseri che sapevano piangere e commuoversi ,ancora per una vita che veniva annientata.
Strade deserte e gente chiusa in loculi scuri, dove l’aria era un lusso.
Le nascite erano oramai un sogno perso
nel sole scomparso sotto una cappa nera e puzzolente.
” Chi siete?” chiese Morgan, ultimo della sua razza, prigioniero dei dominatori..
” Come non lo immagini? Se sei vivo lo devi al nostro Signore e padrone”…
Quelle parole ribollirono nel suo sangue, l’adrenalina voleva liberare le braccia, incatenate ad un lettino da sala operatoria..
E mentre tutto iniziava a confondersi nella sua mente, visioni di una vita che non ricordava d’aver vissuto, entravano nella sua mente, nei ricordi costruiti per il loro gioco immondo e senza pietà.
Lungo il percorso che lo avrebbe portato alla presenza dell’essere misero e supremo della sua razza, Morgan iniziò ad ascoltare voci sommesse, preghiere che mai avrebbero varcato il tetto maligno che sovrastava il cielo , invisibile e freddo come la punta d’una spada di ghiaccio.
Salivano dal tetro sottosuolo di una terra costruita meccanicamente, senza dimensione di fluido pensiero, solo materia da scaricare sulle anime appesantite dalla sofferenza della prigionia.
Morgan chiuse gli occhi , si concentrò.. Ricordava qualcosa che a loro era sfuggito. L’esplosione di una stella morente lo aveva colpito sulla sua navicella. Cercava di concentrarsi per ampliare quel ricordo, quel lampo di vera vita.. Si trattenne dall’impulso di aprire gli occhi, non dovevano sapere che era già cosciente, qualcosa di forte ed incredibilmente sensazionale, saliva dal corpo alla sua mente, si liberò le braccia, immobile venne condotto alla cospetto del re del male, l’assurdo del dominio, il vampiro dell’anima. Credeva d’essere in un incubo, ma le parole dell’ultimo maestro di vita e di apprendimento della consapevolezza parlò nella sua mente: ” Figlio, prendi la forza che hai sempre avuto e getta la tua rabbia sull’essere maligno. Afferra la sua testa e fissalo negli occhi..” Pensò: ” Certo sembra facile a dirsi, ma io non so nemmeno se tu sei il frutto della mia disperazione, o un fantasma delle mie visioni” E il maestro disse: ” La disperazione è la sola causa di questa prigione a cielo aperto, credi e vedrai cosa accadrà solo se prendi di nuovo fiducia in te stesso”. ” Mi fiderò di te, aiutami ti prego”. La salita dal sottosuolo finì, per giungere in una sala piena di vampiri dello spazio… Morgan inorridì alla vista di corpi in putrefazione ,messi sulla tavola, come pasti prelibati..Per non parlare di fresche carni ancora in vita, che si dibattevano nel pianto della pietà. ” Ora, ricordi? La potenza che hai assorbito nel tuo ultimo viaggio?”
Il confine dell’universo aveva scatenato la sua ira, la forza di un raggio divino era arrivato all’ultimo umano lasciato a vagare solo nell’immenso spazio. Si sollevò da terra e volò verso il trono di nero marmo, dove sedeva l’essenza del lassismo. Un boato e i pavimenti della grande sala si innalzarono , sprofondando con tutta la corte di iene e ruffiani dell’inferno.. ” Mio Dio, sono io ad aver creato questa distruzione?” Intanto un istinto di sopravvivenza s’insinuava nel suo corpo, e una forza a lui sconosciuta e forse dimenticata,gli diede il potere di far esplodere la testa del maligno. Tutto era stato immediato, fulmineo come un laser che taglia in due un corpo, spezzando le reni dei distruttori della terra. ” Bene, ora sono davvero solo.. ahaha ” La follia sembrava aver preso la ragione.. Il buio ancora sostava e Morgan credette d’aver fatto tutto per nulla ” Saranno tutti morti.. ed io sarò l’essere miserabile vagante ancora nello spazio. ”

ViolaNerapoetry