L’oscuro potere prese l’avvento.

violanera mia

In quel tempo oscuro,
i cieli avevano preso un colore simile al sangue rosso, dall’alba al tramonto l’atmosfera era sempre la stessa.. Le gelide terre del nord erano divenute laghi e distese d’acqua a perdita d’occhio, delineavano i confini distrutti dalla marea crescente. La Dea dell’odio aveva eretto il suo altissimo trono sulle vette sacre dell’umanità, e le strade che portavano alle cime del paradiso perduto erano pressoché scomparse… Soltanto una donna era riuscita a scalare con immensa sofferenza, le pareti del baluardo del male. L’arcigna dea si nutriva di tutto il male che affogando nella disperazione, divenne giorno per giorno omicidio, per un sorso d’acqua dolce o per un pezzo di pane.. Enormi navi galleggianti nel cielo erano la dimora dei regnanti, dell’élite che aveva per secoli prosciugato le speranze umane. Con la complicità della nuova religione oscura portata dallo spazio profondo, avevano lasciato la terra e i suoi derelitti abitanti. A volte passavano  sulle teste come nubi che oscuravano ancor di più la speranza di una vita che era il diritto di tutti, Gaia madre era stata depredata di tutto. Spesso nelle notti senza nubi, si potevano scorgere le feste e l’allegria malata, di un manipolo di ladri che dell’esistenza altrui ne avevano fatto bottino, sfruttando i poveri nelle ultime miniere sotterranee a centinaia di metri sotto la pancia del mondo. A nessuno era concesso di vivere come voleva, erano soltanto le regole dell’ordine mondiale a comandare. La donna aveva finalmente raggiunto la cima dell’Everest, trascinata da una forza incontenibile, nel ricordo di un amore strappatole dal petto. Nessuna malefica opposizione poteva farle paura, la luce degli dei armoniosi erano la sua guida. Un giorno fu attratta dalla ricerca della pace interiore, e prima della tragedia umana era riuscita a conoscere la verità, l’unica via che avrebbe potuto salvare l’umanità. La dea dell’odio era immersa in uno stato di meditazione, dal quale poteva scorgere tutto l’universo che la circondava, e forse aveva già saputo della visita della donna umana, che senza alcun timore le aveva fatto l’oltraggio di sfidarla. Una notte, nascosta in una grotta dove una volta viveva un eremita dalle grandi doti spirituali, scorse un amuleto, era brillante, anche se nessuna luce lo colpiva, e come un incantesimo si sollevò dalla terra buia di quel luogo nascosto al mondo, per mettersi al suo collo. Un messaggio le percorreva la mente:” lancialo contro la dea dell’odio, ma fa in modo che lei non s’avveda di quel che stai facendo, inventa all’occasione una scusa per essere ammessa alla sua corte ”. La donna sapeva che, anche la dea poteva ricevere i suoi pensieri, e proprio per questa ragione all’inizio della sua discesa sulla terra, era stata lodata come essere divino, portatrice di pace e unità. Ma, sotto quelle sembianze angeliche e poteri divinatori, era solo il male che portava in grembo e partorì un’essere dalla forma di serpente. La donna incinta all’epoca dei fatti avvenuti, era stata catturata per servire la corte immensa di quel disastroso regno, ma lei scappò, e durante la fuga un guardiano dell’esercito spaziale le lanciò un laser che la ferì gravemente, facendole perdere il figlio che aspettava, dall’uomo morto nei disastri ambientali che colpirono con violenza il suolo terrestre. Soltanto quell’amore lasciato al sangue versato, era il suo unico motivo di non arresa, la sua vita ora non era poi così importante, come credeva fino a pochi anni prima. Si concentrò e dalla piana di un varco trovato tra le pendici dell’immensa montagna chiamò a se la dea dell’odio: ” Ti prego fai di me quel che vuoi, sono disperatamente sola, accoglimi nelle tue grazie e saprò ricompensare la tua bontà…” Sappiamo che gli esseri malvagi non resistono alle lusinghe dei servi, e come un essere normale accolse dinanzi a se la donna, passarono giorni e la donna umana divenne serva di quella oscena combriccola di usurpatori. Gente di ogni luogo, aveva raccolto le immense ricchezze terrestri per donarle al nuovo regno, erano anche loro servi ma non lo sapevano. Intanto, giorno per giorno le fu concesso di avvicinarsi sempre più alla dea dell’odio, non era facile farle indossare l’amuleto, una cupola di energia la proteggeva e rigettava qualunque oggetto le venisse scagliato contro. Una mattina mentre la dea era impegnata a discutere di affari loschi, che comprendevano la presa delle risorse lunari, la donna le portò uno scialle in dono, dove aveva cucito tra le pieghe di cotone anche l’amuleto dalla potenza divinatoria, frutto di anni di preghiere e di umiltà verso il bene mondiale. Pregno di potenza era stato accettato, forse anche la dea iniziava a farsi corrompere dalla stupidità umana, si sentiva ormai al sicuro, lo prese e lo mise al collo, e senza accorgersene iniziò ad invecchiare precocemente sotto lo sguardo alttonito dei suoi ruffiani. La donna si inginocchiò al suo cospetto come se volesse omaggiarla, ma nella sua mente solo le parole del suo maestro risuonavano: ” Che la tua coscienza possa raggiungere lo sconfinato mare dell’ignoto e con essa svanisca la tua essenza, che sia prosciugata la tua fonte e che diventi per te deserto dove morire ”. Tutte le ricchezze ora non servivano a nulla, la cupola di potere si sgretolò, concedendo l’ accesso a chi attendeva da anni di colpire con armi e diavolerie della guerra l’inaccessibile avamposto.. La violenza fu la distruzione dello stesso suo regno, mentre il sangue scorreva, la donna oramai senza più ragioni per restare, si avviò nella sua grotta, e meditò per la salvezza dell’umanità per tutta la sua lunga vita.

Immacolata Chessa