La verde Irlanda – déjà vu –

la verde irlanda

 La sensazione di conoscere un posto mai visitato ,
trovarmi la prima volta a camminare per le sue strade,
immersa nella sua luce e i contorni del paesaggio.
Avviarmi sicura per un percorso e sapere dove conduce, comprendendo la sua anima, 
come se fosse cucita sulla mia pelle.

Sebbene non fossi mai stata prima di quel giorno in quel luogo, sentivo brulicare i pensieri come dettati da una coscienza
rimasta ad attendere il mio ritorno. Passeggiare
lungo la riva del fiume, tortuoso e placido dei giorni
senza vento, attraversava la città come una lunga cicatrice
impressa sul volto della sua storia, scritta
da sanguinarie esistenze, mischiate alle favole di foreste fatate.
I sorrisi della gente erano anche i miei, senza comprendere
la loro lingua, intuivo ciò che dicevano, afferrando le loro sensazioni nel passaggio dei ricordi che fino ad allora non erano affiorati,
dal mare delle dimensioni, ferme sulla soglia del suo parallelo.
La cattedrale si innalzava maestosa ed austera, nel gotico cielo grigio e plumbeo, il suo campanile rintoccava oltre le nubi, l’ora scaduta e rinnovata nei secoli. Il vento osteggiava l’avanzamento delle lancette, sbugiardando l’esatto passaggio delle giornate lente dall’aspetto dell’uscita domenicale, giovani e vecchi seduti allo stesso pub, madri e figli in carrozzina sostavano davanti ai locali, nell’indifferenza
della parità e della mancanza di pregiudizio.
 La sera mi avventuravo per le sue stradine, colorate
da case dipinte da tinte violente, sconfiggendo così la tristezza dell’inverno eterno, sfiorato da aliti estivi, 
e primavere scandite dal passaggio di gocce d’acqua,
scese dalle terre gelate del nord.
 Infuriando sulle correnti scagliate sulle coste della sua verde terra.
Bastioni e roccaforti ancorate alla roccia a strapiombo,
sull’azzurro di un mare dall’impatto tropicale.
Spiagge dorate da un sole timido e tiepido, infondevano
un benessere conservato nello scrigno della sorgente che m’aveva battezzata. Ero l’elfa figlia delle foreste, invitata dai folletti
a cogliere l’eco di alberi incavati. Il suono di flauti scandiva il mio passo e la mia impronta, lasciata per essere ritrovata.
ViolaNeraPoetry

3 Commenti su “La verde Irlanda – déjà vu –”

  1. MOLTO BELLA.. LEGGERLA è ENTRARE IN UNO SPAZIOTEMPO PER ME FAMILIARE PERCHè HO LETTO PARECCHIO DEI CELTI.. ED HO SEMPRE AVUTO UN ‘IMMAGINE NITIDA DELLA DUREZZA E DELLA FEROCIA DI QUEL PERIODO.. 🙂

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