Le isteriche.

 

Le isteriche,
le donne che non possedevano un’anima, erano capaci di raccogliere erbe sconosciute, dai poteri misteriosi. Miscelando i segreti giunti da un arcaico sapere, e la maggioranza non sapeva ne leggere e ne scrivere, differentemente dai pomposi medici dell’epoca, che non accettavano le loro misture, unendosi al coro dei racconti di pura fantasia, che decretarono le condanne a famose streghe, donne guaritrici. Come le storie che le volevano succhiatrici di sangue dei bambini, spesso avveniva che le medichesse, così mi piace chiamarle, succhiassero le giunture dei bambini malati, senza però far fuoriuscire sangue, così, si dice, risvegliandoli dal sonno della morte, il coma della coscienza.
Il sangue di piccoli animali, come i piccioni, veniva impiegato nelle malie d’amore, anche quello delle vergini, il mestruale, usato con l’inganno per l’innamoramento di un uomo. Attenzione maschi, ancor oggi sembra che questo rituale d’amore sia in uso. Ma,
tutte le ovvie spiegazioni non possono nulla o quasi, contro l’ignoranza che disdegna la vera conoscenza, e abbraccia così l’arma della maldicenza, onorando i fuochi malvagi
di un inquisizione che non ha mai smesso di interferire con i benefici naturali, apportati dalle antiche sorelle. Le streghe analfabete misero in evidenza l’uso terapeutico delle rose rosse, ad esempio, con impiastri passati sulla regione cardiaca, rose seccate e decotte nel vino e poi spremute, o da cospargere sulle scottature, in polvere come antibiotico, anche il miele è un antibiotico naturale.
La rosa gallica come tonico alimentare, collirio astringente, ulcere atniche, oftalmie ecc… E misteriosamente potevano acquisire la capacità di volare, si diceva all’epoca, in groppa a una scopa… Con unguenti spalmati sulla pelle, provocando sogni con la sensazione di volare, partecipando al sabba, con sostanze usate dai chirurghi come: Erba mora, papavero, il giunco, la mandragola, il castorino. Tutte atte a indurre un profondo sonno, e invece le streghe, le usavano anche come ” viaggio incorporeo” unendosi alle vibrazioni dell’acqua, nei mondi fatti di bolle galleggianti. Superando la parete mistica e misteriosa che separa da altre dimensioni, plasmando la realtà, quasi come se conoscessero la potenzialità degli atomi, incollati a noi dal magnetismo terrestre. Il calore del corpo umano era il conduttore, e veniva usato come agente per riuscire ad avvelenare una parte malata del corpo, o farlo morire, con misture e oli grassi, acqua, con l’unzione penetrando nelle carni. Buone, malvagie, streghe, maghi, maghe, esercitavano l’uso della medicina e controllavano sapientemente gli effetti indesiderati, a solo scopo terapeutico era la belladonna, per fermare le contrazioni, come antispastico. O contro, il famigerato Fuoco di Sant’Antonio, che flagellò la popolazione nel basso medioevo. Lo stramonio veniva usato come allucinogeno, era l’erba cosiddetta del diavolo, poiché consentiva di esercitare nelle operazioni di stregoneria,  la ricetta per ottenere questo ”viaggio iniziatico” per convergere sulle streghe i poteri della Madre Terra. Parliamo di un periodo in cui non era assolutamente contemplato il rispetto per la natura, anzi, spesso veniva definita come un nemico da temere, a differenza di altre culture orientali e nordiche che basavano le loro credenze spirituali sul rispetto universale, della natura, come agente benefico per l’intera umanità. Paracelso, a tal proposito, dichiarò pubblicamente che una parte del suo sapere era dovuto alle streghe erboriste, lasciando la ricetta dell’unguento magico per volare…

 

ViolaNERApoetry