La Festa (piccola fiaba dark)

gondola dark

 

 C’era una volta

Un castello che di giorno era invisibile e di notte s’illuminava a festa.

Al giungere del tramonto cortei di dame e cavalieri dal lussuoso vestire arrivavano silenziosamente.

Grandi torri ai lati dell’entrata facevano da vedetta ad un mare poco lontano.

Nelle notti di luna piena il mare copriva ultimi lembi di terra e  barche dai bordi dorati, salpavano dalla riva raggiungendo le luci riflesse del maniero fatato.

Si apriva all’occhio degli invitati lo splendore del bello che ognuno di loro aveva sognato.

Ricchi arazzi ,d’oriente la mano, preziosi filamenti raccontavano di altre genti,

visitatori antichi dalla data lontana di almeno c’entanni.

castello

Accoglievano gli invitati gentili giovanotti dal volto coperto da una maschera di coniglio. Ognuno portava la maschera adatta al loro carattere, vizi e virtu’.

Molte erano di fattura elegante con occhi  scintillanti di ceramica vellutata.

Mostri dallo sguardo di odio, liberavano finalmente la loro crudeltà.

Vittime e carnefici, buoni e cattivi tutti potevano varcare la soglia del sogno umano.

 La Festa era già nei sorrisi e l’ affollato brusìo del salone  accoglieva la moltitudine dell’Essere umano.

Finestroni di lucido cristallo si aprivano al verde di montagne di lontani confini.

Tutto era brillante e d’argento la notte regnava di luce,

con il riflesso dell’occhio della Dea Luna, nell’alone magico di rara bellezza

Era il premio per chi assiepava le terrazze rivolte alla volta celeste.

La musica arrivava donata dal vento e calde note  si diffondevano,

passando tra migliaia di conchiglie sospese tra i merli della cinta muraria.

Un profumo di gelsomino e dolciastro oleandro si annusava con soave assuefazione.

Tutto era gioia .

Un canto di Sirena giungeva dal mare, dal lento e gentile richiamo all’amore che strugge e alla grandezza della Gaia Madre.

Presi da incanto il viso volgeva alla meraviglia in statuaria adorazione.

Immobile momento di fatale attrazione spirituale, verso le stelle e le correnti dell’Universo che conducono alla felicità dell’Essere.

Raccoglievano l’istante di glorificazione  giunto al cuore di ogni entità presente.

 Anime si liberavano alla notte dell’eterno rinascere, chi sotto e chi al di là delle nuvole del cielo.

 A tutti era stato donato l’ultimo inno alla vita nel Castello dell’Eterna Festa.

La Festa era finita

ViolaNerapoetry

ritratto di immacolata chessa
Pubblicato da immacolata chessa
il Mer, 29/09/2010 – 18:33