Coprire con l’azzurro il male
annerito dalla mano dell’uomo.
Sparge la sua coltre dall’alto mare
dello spazio, veleggiando
su terre dissacrate
dalla violenza di una malsana fede.
dalla violenza di una malsana fede.
Anime costrette al purgatorio umano,
incedono a carponi su bollente carbone,
s’infilza nella pena regalata dal peccato,
nelle colpe lanciate e ricevute in eredità.
Anatemi sulle teste
si uniscono alla maledizione d’esser vivi ancora,
volere sperare tra rovi
macchiati di sangue, lapilli sgorgano
dalle vene del cuore ingoiate dallo stomaco,
digerendo l’offesa della morte..
Battiti alla porta del paradiso
rimandano gli inquilini all’Inferno,
giocando l’ultima carta,
infilano le teorie nella manica dei bari.
Oh, questi lamenti dell’innocenza,
lacerano e spezzano le unghie
che affondano nei pugni.
Anch’essa rea e senza braccia
per nuotare in questa inumana e agitata marea.
Le zattere del dominio stanno prendendo il largo,
al di là delle nuvole, affrettano l’ammaraggio,
i loro villaggi saranno visibili dalla terra.