Il bene e il male, una metafora.

Sappiamo tutti che coesistono ambedue
in ogni essere.

Una delle due parti,
per ragioni psicologiche provocate dalle circostanze,
potrebbe prendere il sopravvento, ma
non si è mai sentito dire
che si potrebbe morire di troppa bontà.
Quindi, la lotta al male deve essere il primo punto di partenza,
soffermandosi a pensare, agire, senza risparmiare forze
e senza pietà, come fa il male,
 non  voltandosi a guardare indietro..
Questo è, forse,
il segreto, non tornare sui propri passi..
Invece,le persone buone, spesso perdonano
e a volte tornano sui loro passi..
Andando incontro alla vendetta del ” cattivo”.
Nuove scoperte della neuroscienza,
danno la colpa al cattivo funzionamento dell’amigdala,
” L’amigdala può reagire prima
che la corteccia sappia che cosa stia accadendo,
perché l’emozione grezza viene scatenata
in modo indipendente dal pensiero razionale ”
Una parte del cervello
controlla i nostri stati d’ansia, la paura.
In caso di pericolo, essa scatta ”ricordando”
esperienze precedenti, dando informazioni utili,
precedentemente assimilate, pronta
all’azione scatena l’adrenalina,
attivando il sistema cardiovascolare
e i muscoli dell’intestino.
Potrebbe interferire negativamente
su un anomalo comportamento disumano,
soggetti che hanno appunto
un cattivo funzionamento di questa parte del cervello..
Abbiamo accertato che non solo il cervello
o la coscienza ” cattiva” possano portare
alla delinquenza o all’omicidio.
Allora cosa fare? Denunciare
al Medico specializzato in neuropsichiatria
il violentatore di donne? Il maniaco di turno
o il serial killer? Potranno le strutture 
vecchie e non adatte a malati di mente,
assistere e guarire queste persone?
Stiamo vivendo un film horror oppure
in una favola che sempre cerca un  buon fine?
Con i cattivi e gli orchi sconfitti dal bene,
o dall’astuzia di esseri innocenti .
I_C
23 maggio 2017 alle ore 12:03 ·