Tra la Vita e la Morte


By                                                CULTURAMA

Tra la Vita e la Morte

Un legame mistico lega l’uomo alla morte. Un cordone ombelicale in cui l’eterno scioglie il mistero della vita.la pietà

Antichi culti legati alla devozione e al rispetto degli antenati, oggi dimenticati… lasciati con distacco dall’uomo moderno.

Perché invece i nostri avi avevano questo visione cosmica della morte? Solo superstizione?

Un’idea ancestrale del post-mortem è che sia possibile ”tornare” per riparare azioni lasciate in sospeso nella vita terrena. ”Il letto degli amanti” era dove Scolastica venne seppellita ancora vergine, dopo il matrimonio, alle parole di addio del consorte: «Signore, ringrazio per avermi affidato quel ”tesoro” di purezza». In risposta la defunta si rizzò nel suo sarcofago dicendo: «Perché, marito mio, disveli faccende, che dovrebbero riguardare noi soli?». E si ridistese nel suo talamo di morte. Fatto sta che, il giorno dopo il marito morì e venne sepolto accanto a lei. Il mattino dopo i guardiani del cimitero constatarono un disordine tra i sepolcri. Nella tomba di Scolastica trovarono i due sposi abbracciati per l’eterno. ”Avvenuto a Clermont nel 390 d.C.”. Sono infinite e diffuse le leggende del ritorno dei defunti. Giunte da ogni angolo del mondo ed epoche lontane dalla memoria.

La letteratura ne è piena:

«Dalla tomba mi levo a ricercare

il bene, che mi manca, dell’amore

il mio sposo perduto ad abbracciare

ed a suggere il sangue del suo cuore».

Goethe, ”La fidanzata di Corinto”. Anticamente, si offrivano periodicamente offerte alimentari ai defunti per placare la loro fame. Incluse statuette e affreschi con situazioni che li ritraevano nella vita passata.

Non di rado il pasto preferito dai “morti risorti” si scoprì essere la carne umana e il suo sangue. Il cibo degli déi. Saldando così la frattura tra la vita e la morte. Dai Nibelunghi, così come dai guerrieri di Hagen, veniamo a conoscenza che ”..per spegnere l’arsura bevvero il sangue che stillava dal corpo dei caduti“. L’attività sessuale legata al ritorno dei nostri cari, succhiando il sangue ai vivi, ha aperto la strada ad una letteratura ricercata ed elegante e allo stesso tempo animalesca e liberatoria degli istinti umani repressi.

«Gli uomini non finiscono col credere in nulla, ma col credere a tutto». Chesterton notò che quando gli uomini smettono di credere in Dio, vanno alla ricerca di tutto e nulla. Da qui nacquero le storie ”moderne” sul vampirismo, legate alla morte e alla vita. Divenendo contaminazione assoluta, nel disordine totale, il Vampiro ha una sessualità ambigua, onnivalente… venendo così a cadere le leggi della natura stessa. “Uno stupro cosmico, contro i limiti della morale”. Aprendo un processo di immedesimazione di una sessualità deviata e al contempo favorendo l’accettazione del male assoluto: l’unione con la perdita della purezza, la remissione totale del sé, fino all’assorbimento della non vita dei morti.

Un legame profondo lega i vivi ai morti, e superando la superstizione, arriviamo al completamento del ciclo vita-morte, offrendo il nostro omaggio a chi può soltanto parlarci attraverso i sogni: in quella dimensione onirica della nostra coscienza, alla ricerca della consapevolezza. Si comprende e rafforza così il nostro legame alla terra, nel suo lento disciogliere le forme materiali, aprendoci la strada alla comprensione dell’intimo desiderio di unirsi all’ancestrale dimensione cosmica.

L’accettazione della morte, il fascino alimentato dal terrore dimostra, in maniera contorta e tremenda, che esiste una possibilità di vita dopo la morte. Con questo piccolo riassunto, vorrei infondere un messaggio a chi, con ironia e assoluto materialismo, paragona il culto dei morti ad un semplice atto di feticismo, legato alla nostra latente esigenza d’amore, persa per sempre? Il ciarlatanismo sull’incredulità dell’esistenza di altre esistenze è la più terribile delle ostilità verso di esse. Non si spiega in altro modo il perché di tanto clamore che suscita ancora, nell’uomo moderno, il mistero della morte e del trapasso dal terreno alla spiritualità assoluta. La sua continua ricerca di una risposta, scritta, forse, su lapidi dimenticate nei cimiteri all’ombra dei sepolcri.

ViolaNerapoetry

6 febbraio 2012     

 

4 Commenti su “Tra la Vita e la Morte”

  1. C’e sempre stato questo cordone ombelicale..tra la vita e la morte..dal punto di vista cosmico e spirituale poi col tempo però questo legame si è indebolito…quasi cancellato. Oggi la vita e morte vengono viste in modo distorte (anche per colpa di certi film) senza comprendere il vero significato dal punto di vista spirituale e con poco rispetto. Ogni cultura, razza, religione hanno le loro tradizioni e punti di vista. per le La società moderna pensa che il materialismo, il commercio e altri fattori terrene possano appagare l’animo e il cuore umano. Invece Per alcuni che vivono nel baratro e nella luce cercando di mantenere intatta la propria anima e cercando di proteggere quel frammento di umanità..spiritualmente percepiscono la vita e la morte come qualcosa di elevato e cosmico. (Ovviamente cambia da persona a persona)Gli antenati riuscivano a comprendere questo legame tra la vita e la morte perchè spiritualmente e nel cuore erano più vicini e portavano interiormente nell’ animo rispetto.
    Personalmente sono convinto che questo legame tra la vita e la morte non si spezzerà mai. La morte così come la vita secondo me è una nuova fase o forma dell’ esistenza o vita sia spirituale che nel corpo. Per me la vera morte è quando non si ha più un cuore o l’anima oltre il corpo guidati dall’ignoranza e materialismo senza portare rispetto verso a tutte le creature di questo mondo compreso il mondo spirituale dei nostri antenati che ci hanno donato i loro insegnamenti e la vita.

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