Vedi, sono fatta così,
non credo di appartenere alla categoria di quelle persone
che devono fare gruppo per sentirsi integrati, e spesso
tormentati da varie messaggerie, sto bene nel mio silenzio,
già la mia mente superficiale mi bombarda non quietandosi mai,
quindi ascolto da un po di tempo, parole che scorrono lievi o veloci,
come passanti in preda allo spasimo della corsa. Dall’etere
giungono suoni a noi sconosciuti, passano
scivolando come ovattata nebbia,sulle evoluzioni dello spirito,
immersi come siamo nel rumore incessante,
sbucando dal sottofondo ipnotico del traffico.
Non amo nemmeno la mera solitudine, vado come le foglie,
dove il vento mi porta. Osservo dall’alto di questo mio trespolo
quelle code che si uniscono per acclamare questo o quello,
che poi a incontrarli nella realtà, mi accorgo hanno fisime
talmente evidenti, e che davvero li rendono ” speciali”
per loro stessi però. Mi annoiano le serate ” culturali”
dove tutti devono essere informati su tutto, pavoneggiandosi
nella loro ruota della sapienza. Sono affetta da allergia
per la follia d’una coscienza collettiva alterata dalle apparenze,
si nasconde tra la folla, con quel senso spento di vivere,
che nasconde la ricerca dell’umile accettazione.
Sto bene,tra il solitario popolo della notte, e forse lo siamo ancora
per non incontrare ‘quelli del giorno’ che ricordano ai Vip
d’essere parte anch’essi, d’una routine apparentemente calma.
Nascondo spesso le mie emozioni, certa del fatto e nella sensazione,
che dall’altra parte ci sia un totale menefreghismo di ciò che l’altro provi.
ViolaNerapoetry
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