Oro disciolto. La Nuova Era.


 

L’esistenza

è uno scambio di valori, di sentieri intricati e se ripercorsi indicano nuove strade celate da nuova vegetazione..

Una vita presa in cambio di un altra, nell’inconsapevole passaggio del destino, mai fermo ad un punto prefissato.

Ostacoli al progresso malato, sono rami secchi di quell’albero divino a cui l’essere umano ha piegato un tronco perfetto, su cui marciscono quei frutti maturati dell’Eden sbarrato, e nessuna porta si intravvede nella nebulosa del Cosmo.

Inchiodata dall’ostinazione di quel figliol prodigo.

Dei miscelati alla realtà, troppo dura da accettare, il Creatore confuso a mille volti e verbo avvelenato dalle evanescenti parole di profeti sperduti nel mondo, di una Terra prosciugata della limpida fonte dell’anima.

Misteri bruciati negli incendi del pensiero, incursioni di giustizia in malafede, violano il patto tra divino e umano.

Sembrava che la distruzione arrivasse da epidemie comandate, nessuno potrà contenerne i danni, perché il male viaggia a velocità della luce.

Invece, questi figli degenerati dall’immorale tendenza al menefreghismo non temono nessuna autorità, Dio di se stessi, dalla cupidigia che ha distrutto l’equilibrio naturale delle cose legate ai veri valori dell’esistenza, del rispetto della casa altrui, di quelle preziose generazioni prossime  a venire.

Il nostro lavoro è ricostruire ogni ponte distrutto dalla follia umana, passare guadi nelle acque turbinose e crescenti della Nuova Era, cercando la via d’uscita da questa fitta selva. 

Non sempre chi cammina avanti fa da guida, confidando nell’ignoranza confusa al gregge, corre spesso verso il baratro..

La vista abbagliata da verdi vallate, evocate nei sogni di gerarchie sedute su troni dorati. Sbendiamoci è l’ora, e come mummie risorte dall’eterno sonno soffieremo sulle ceneri dei nostri talami, perché, meglio sorella morte che una vita da redivivi. 

Tornati sempre dal luogo delle illusioni, sconvolti da antiche teorie,  non accettiamo che questo istante dell’eternità sia solo l’anticamera di un passaggio, l’arrivo alla vetta. Godendo della miseria terrena ci attacchiamo alla materia, così plasmabile perché non vera. 

Dal cappello dell’illusionista appaiono creature tenute prigioniere, suscitando la nostra meraviglia. 

Questo è un mondo incollato dall’ipocrisia, il motivo per cui si sta sfaldando, dall’ogni verità gettata nei pozzi neri. Profonde gole dove ingozzare il male, d’ogni bene sottratto all’essere ferito da questa società fratricida.

Non voglio più vedere guerre sante, , vedo il terrore nello sguardo della massa, di quegli occhi appannati dallo smog, di una nuova e velenosa civiltà.

Sarebbe così facile intravvedere un cielo sereno, se solo concentrassimo la vista sui segnali di un deviato potere mondiale. Oro sciolto e ricompattato, ripulito dal sangue e tenuto nelle segrete celle di imperatori del degrado sociale.

Gettando asfalto sull’erba fresca, costruiscono marciapiedi dalla direzione  obbligata al passo, dove è vietato inciampare.

 

I_C

ViolaNerapoetry