Ghetto senza scarpe.

 

Stato degradato nel passo cadenzato
povertà sul crimine in simbiosi
S’inoltra silenzioso
su strade devianti incrociando
esistenze sopravvissute a gas di scarico
Ti rubano la dignità in una manciata di moneta
Fumano sulla tua faccia l’ebbro
di un malessere invadente evadendo
da solitudini di vicoli bucati nel calore dei cartoni
Piove sempre sui visi scoperti
sul vomito del benessere
Scheletrici sorrisi invitano la luna
Barcollano unendosi danzano
sull’infelicità libera da lacci emostatici
Scorie di pelle ancora viva rabbrividiscono
Volti aperti entrano nell’oscurità
dei nuovi decorsi estranei al raggio solare
Dita nelle piaghe affondano godendosi
ultime fasi di una nuova dimensione distorta
Irreale divenuto materia vivente
nuovi abitanti di un pianeta mutante
affollano marciapiedi e pensieri
Occhi senza riflesso perforano l’anima
Spaccano le porte chiuse dal vento
Lucenti laser di desideri ardenti
sciolgono cera gocciolante sulla fronte
scivolando sempre più in basso
Sudori di fremiti violenti urgenti
Senza sonno deambulano cercando
scavando nella debolezza dormiente su piume d’oca
Neon di primitivi messaggi lampeggiano
sulle intermittenze temporali
Flash di pallido ricordo cingono
corpi morti su mura spinose
del passato inglororioso
Dallo spazio visibile ancora la sua spirale
magneti attirano l’asse del cosmo
Distorcendo il perpetuo andare
d’un inglobato mondo privo di gravità.