Compagno di classe – un ragazzo d’altri tempi


james dean

Portava scarpe rosse di tela, e in moto correva,
chissà verso quale meta. Distinguendosi s’allacciava le stringhe,
magro da sembrare una larva, la sapeva lunga, su quel sapere
ausiliario d’un traffico sempre fermo al rosso. Condizione
senza alternativa e solo una mente perversa, avrebbe liberato
quell’ingorgo che la storia e il passato avevano celato;
alla cecità di scarpe tirate a lucido, cravatte scure, camice linde.
Me ne vado, disse un giorno, lascio a voi questa formazione
fatta solo di parole e concetti idealizzati, da morti sotterrati
con la loro saggezza, avvezza a cambiarsi d’abito per l’occasione.
Intendiamoci, non è che disprezzasse la cultura
ma, gli piaceva anche la lordura di chiacchiere da osteria,
tranne quell’isteria
dell’insegnamento , elemento nelle mani di individui oppressi
dalla polvere di gessi, unghie affondate sulla lavagna,
stridono come le parole..
Lagna epocale distrutta dal pensiero primordiale,
parole parole, che fiume di stronzate.

ViolaNerapoetry
2 marzo 2014    I_C