Testa di chiodo.

 
 A volte persi
nei sogni
di chi vorrebbe sfuggire
all’operoso contributo
della ruota vitale,
gira su quel perno
che sembra scardinare
i suoi incastri, liberarsi,
librarsi finalmente,
orbitando sui ciottoli polverosi
e lasciare la terra per andare oltre…
La soluzione
ad una vita travagliata, perseguitata
dalle opposte circostanze,
a quella piatta esistenza,
che alcuni credono
di sopportare. Sorvolando
nubi e terre emerse
nei paradisiaci luoghi
dell’immaginazione. Finalmente
respirare a pieni polmoni,
come si diceva un tempo
in cui l’ossigeno
era composto solo da ossigeno…
Quietare l’agitazione del corpo,
i tremori dell’insicurezza,
facendoli galleggiare
sulla spuma di marea.
Arretra la solitudine d’un passo
e si lascia condurre,
torna bambina
a fidarsi del tuo istinto,
le percezioni
aumentano il loro potere, eccomi
sembrano sussurrare,
spingendoti come sonnambula
verso il mare..Onde argentate
fanno da incanto
al sibilo del vento che spira
buoni sentimenti tra un’inspirazione
e fuoriuscita del male interiore.
Sei pronta
ad accogliere tutti gli errori commessi,
ad ammettere d’aver sbagliato
e fai il primo passo, bussando al portone
che sembra donarti uno spiraglio.
Il mondo torna, e non ha dimenticato
i tuoi crimini, le tue colpe sono incise
sulle orme che hai appena lasciato.
Ti fidi ora? Vedi, non tutto si risolve
quando pensi d’esserti ritrovata,
potrai tutto e crederai
di superare ostacoli che crescono,
invece di diminuire la loro statura,
aumentano di numero.
Quella corsa a ostacoli
si fa agguerrita e ti vedi,
volare su quell’interminabile distesa di sbarre.
Allungando il salto
e lo slancio dimenticato
nelle gare fanciulle,
rincorrendo le speranze
superando le barriere.
Ti barcameni
con distaccata emozione ma,
il mondo rimane immutato
nei suoi riti e circostanze,
e attende di reinserirti
nel suo ingranaggio,
quell’epicentro di cui pensi di far parte.
Sei la milionesima testa di chiodo, fissata
da un martello che non smette
di batterti sul capo.