Ogni tanto, mi ha dato un passaggio la follia.

 Ai vecchi tempi, non avevo nessun timore
di andarmene a spasso con lei, sapevo d’esserle amica,
e mai l’avrei rinnegata, un giorno… Passammo
a spassarcela davvero, confondendo la notte
e il giorno, sbavando su cuscini tra pieghe di rimmel e rossetto,
fumando nei vapori di caffè bollente. Aveva quel fascino
che solo gli amici fidati hanno, un sorriso sicuro
e lo scatto lesto ad agire, ed io mi lasciavo guidare
sorridendo al suo cinismo. La osservavo snella e vincente,
affabile per non essere troppo trattenuta
a dover discutere, su un no o un si, concesso solo a chi come lei,
aveva il guizzo lucente negli occhi. Senza polso e ne orologio,
sembravo una marionetta e pendevo dalle sue labbra.
I suoi gesti eran sempre fatti in modo tale,
da sembrare la mia benefattrice, quella che
senza di lei, non hai nulla in cui specchiarti.
Ma tutto s’infrange, come lo specchio
che separa l’apparenza dalla realtà.

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