Se ti additano come ” sfortunata” scappa da chi ti vede come ti vorrebbe.Soluzioni varie per non esserne ” colpiti ”

dea fortuna

In fondo alla terminologia ”strausata a sbafo ”,cos’è la fortuna, una soluzione ai margini dell‘impossibile, l’attimo colto perché eri sul posto giusto al momento giusto? E la sfortuna, la cosiddetta jella, sarà vero che ce la portiamo con noi, volutamente accollata al senso di colpa, credendo di non meritare di meglio?
Ci sono anche metodi scientifici per attirare a se la Dea bendata,
Scaramanzie a parte, però, sembra che un “metodo scientifico” per attirare la fortuna ci sia. È lo psicologo inglese Richard Wiseman a insegnarci come aprire la porta alla dea bendata con quattro comandamenti portafortuna, frutto di uno studio su fortunati e sfortunati durato ben dieci anni.

1. Cogli al volo le occasioni.Informandosi sulle occasioni su riviste, conoscenze che potranno aiutare lo sfortunato\a di turno, ad avere più probabilità di creare, notare e afferrare le opportunità fortuite.

2. Segui l’istinto. I fortunati prendono le decisioni seguendo gli istinti “viscerali” e sanno dare forza alle loro intuizioni.

3. Sii ottimista. È una conseguenza dei primi due punti: i fortunati sono aperti al mondo, non hanno grosse aspettative e si rivelano sempre ottimisti su loro stessi e sul futuro che li attende.

4. Pensa all’altra faccia della medaglia… A volte la sfortuna è una questione di punti di vista. Secondo alcune ricerche gli atleti che si aggiudicano la medaglia d’argento sono più infelici e si considerano più sfortunati di quelli che ottengono il bronzo. È il cosiddetto “pensiero controfattuale”

Durante gli anni miei trascorsi a cercare la fortuna, ho dato la possibilità, talmente ero presa dalla sua spinta d’accelerazione, che mi sono fatta bidonare da furbi e furbette amiche\socie, che ora vivono sulle ceneri delle mie fatiche.
Col tempo che dona saggezza all’impulso di spaccare la testa a chi, secondo le leggi della sfortuna, l’avrebbe causata,
ho dimenticato queste persone, rafforzavano solo
il mio senso di colpa, di non essere stata attenta
anche alle tracce d’avvertenza che lascia la jella…
Ho constatato, a fatti avvenuti, che loro erano le persone negative, sempre pronte a lamentarsi, senza sogni nel cassetto, solo in attesa di chi ne aveva accatastato talmente tanti
da non riuscire più a metterli in ordine. Quella ero io,
ora so che i desideri e la loro realizzazione devono essere ben conservati nei nostri cassetti, e nel momento in cui si apriranno come progetti in via di attuazione, solo allora, e forse ho ancora delle riserve, si potrà divulgare un sogno che forse non segnato ” dalla sfortuna” , perché a volte si è nominati tali, proprio da quei tali che vorrebbero che tu lo fossi. E di conseguenza , l’unto colpito dalla sfortuna andrebbe  a consolarsi sulla loro spalla, facendoli sentire finalmente utili e non dannosi per il prossimo.

ViolaNerapoetry

ritratto di immacolata chessa