Il mattutino rintocco di un campanile Mi svegliò da un sogno giulivo Una finestra affacciata alla vastità del mare Respiravo l’aria salmastra profumata di geranio Il bianco velo di una tenda copriva e scopriva il mio volto Osservando da una dimensione irreale è facile vedere Un ponte di luce ancorato al mio davanzale Con passo lento mi raggiungeva da lontano Un uomo elegante con bombetta nera e fiore all’occhiello L’invito a salire non me lo feci sfuggire C’incamminammo sicuri su scogliere e dirupi Il mare immenso regalava riflessi d’azzurro Un riverbero d’arcobaleni inondava lo spazio Bucammo le nubi in un tunnel di nebbia Ovattate strade sotto il mio passo scalzo La stratosfera ci attendeva pulita e leggera Muto era il silenzio e non parlava neanche il vento A cosa servivano parole a far da zavorra Di fronte alla luna illuminata dal giorno Volavano intorno paradisiaci uccelli Trasparenti e veloci con aliti di battenti cristalli Riflettevan raggi smerigliati su occhi spalancati e giocavano come prismi tintinnanti mossi dall’aria Una pioggerellina lieve di primavera incontrò la sera Scivolava leggera su un ombrello vertical vagante Occhi gialli con pupille feline eran guardiani Alle soglie d’un castello in cielo al limite del confine Sarà stata l’emozione a darmi l’arsura La gola seccava e la lingua si gonfiava La mano gentile mi porse una coppa Vetro riempito in calice raffinato e panna ghiacciato Morbida giungeva dal limbo delle nubi ancora fanciulle Varcammo la soglia d’una porta sospesa nell’etere Un pavimento a scacchiera confondeva la via vera Un tramonto solare incendiava i colori Il mio accompagnatore mi porse un fiore Rosa avea d’intriso l’odore del paradiso Pareti turchine di una sala viaggiante Era la dimora di un magico abitante Appoggiato su un comodino un pettine gigante Ero Alice ed ero felice Mi guardava sorridendo un candelabro luminescente Con labbra carnose ornato da perle preziose Due amanti coperti dal manto segreto ad occhio indiscreto Un uomo giungeva e sul viso avea una mela S’inchinò togliendosi il cappello Mi disse: ”Ancora devi veder il bello” E baciandomi la mano sussurrrò : Madam, benvenuta alla maison Magritte.