Il poeta libertino.

 

In versi mugolano i sensi

e d’ogni scopo dell’amplesso
diviene deformazione professionale,
 fidando nell’ugola del sentimento
vanno in applausi le gesta dell’ ugello,
dell’Araba Fenice rinata a nuova vita dalle sue ceneri.
Imperlato e sudaticcio, permeato ancora
dell’alito che l’umore ne ha assaporato …Infoiato
sotto l’egocentrico mantello, misterioso
e tanto da non apparire mai prima
che la sua fama sia già arrivata.
Con lo scalpello
vorresti fermare quella goccia di vita,
creata all’istante, persa
nel suo mare, inquinato dall’inaudito ego
sconcertato. Eppure,
m’era sembrato d’aver percepito
un certo senso di soddisfazione,
anche nel raccontare delle disgrazie, sempre peggiori
di quanto un essere normale potrebbe concentrarne,
nella sua personale immaginazione. E quel sesso,
sempre impresso nell’inchiostro
e sperma nero dove intingere le parole.