Il Mago e la dissertazione

” La passione dei fenomeni del mistero,

porta lo studioso assetato di sapere ad essere come un bambino, ignaro dei pericoli che un nuovo gioco può nascondere” …                 Disse il Mago affacciatosi alla camera   dove ero disteso, sospeso tra la vita e la morte, aggiunse con fare da dotto:” Denudando le sue debolezze, spiriti ignoranti possono contattare la mente indifesa, e forse pervasa dai terreni desideri. Come un’onda anomala devasta lo spirito pronto a librarsi nella luce, ed esso, invece, resta piegato a scrutare il suo abisso, che preda di tormenti non accetta d’esser sanato.Il Timor Incutitur, ovvero provar paura, è lo sconvolgimento della psiche, lo stato d’animo pervaso dalla melanconia, alla tendenza alla concupiscenza  alla quale mi abbeveravo come un poppante… M’ha fatto venir la bile nera, la Strega, son divenuto frenetico a causa del suo veleno, e la saggia pazienza ch’era stemma del nome mio, s’è fusa nel delirio di insonni notti, passate a placare il letto rifugio del mio dolore, che sembra a volte preda d’un maremoto…”  La sua voce vegliava  sulla mia coscienza, a capitombolo mi tuffavo nelle sue storie allontanandomi sempre più dalla realtà…  Continuando il suo monologo disse: ” Nella febbre della cattiva circolazione sanguigna avevo la sensazione d’essere in balia di esseri ammantati di vapore, tornati dalla morte a chiedermi di placar la loro fame d’anime erranti.. Quasi venivo morso da uno di essi, lungo il sentiero che già conosci… ” Il ricordo di quell’incontro con la maligna, sobbalzò nello stomaco irrigidendomi la parte addominale, e iniziai a tremare…         Il Mago mi osservava soprattutto quando non lo vedevo, e così,  dopo essersi lentamente distolto dai suoi progetti occulti, toccò il mio plesso solare, effettuando un massaggio circolare antiorario, e spiegò: ” Ora dovrai disintossicarti, a te che non sei ne carne ne pesce, questa malia potrebbe portare alla morte”. Abbattuto dalla sindrome del delirio vedevo anche l’armata del male che mi perseguitava, per mozzarmi la testa… Il Mago osservando il mio pallore disse: ” Stanotte sarà luna piena, veglierò sulle tue paure, perché son esse ad alimentare il male trasmessoti.” Il suo carattere era un ribollir di sangue, era un calderone sotto pressione, cambiava insieme al suo viso, ed era divenuto quello di un mentore che colto da magica pietà curava il mio sortilegio; e la mente sconvolta da tanto vagare si assentava, lasciando un corpo inerme in balia delle fattucchiere… Mi raccontò, con dovizia di particolari, dei suoi svariati ” viaggi ” nelle dimensioni parallele, testimone ed artefice d’una realtà a me sconosciuta. Mi parlò delle Menadi, antenate della sua ” amata Strega ”,ed ecco un’altra rivelazione, si, lui ancora tremava al suo cospetto, e non di certo di paura. Aggiunse: ” Vedi, mio povero malcapitato amico, la paura si presenta come un passeggero indesiderato e sotto mentite spoglie, ci ritroviamo  a viaggiare con essa e ne siamo all’oscuro, poiché essa risiede in noi, partorita dalle nostre colpe, per non aver amato a sufficienza, per aver odiato in vita un genitore, ed infatti, le visioni ammaliatrici parlano con voce sincera, forse per essere certe di rubarti la fiducia e con essa il cuore … lamia1, vampire che come belve nel sonno o in segreto da vivo, bevono il tuo sangue e forse succhiano anche l’ultimo sospiro. Voluttuose son tutte, e tutte imparentate coi demoni, e bellissime divengono poi serpenti .” Intanto ch’egli parlava mi distaccavo , e sognavo cose che non avrei immaginato neppure nel peggiore dei miei incubi. Non rammento il tempo, non posso aggiungere o togliere qualcosa dal mio racconto, è come se mi fossi risvegliato in un’altra vita, l’onirico separato dalla realtà, il salto quantico nelle oscillazione degli elementi. L’assenza di gravità, l’inganno e la verità. Il Mago intuendo il mio stato, come mi sentissi, leggeva nella mente, e come un’astuto giocatore di scacchi cercava di prevenire ogni mossa della Strega, e disse: ” Hai provato l’esperienza del sovrannaturale, il brontolio di esistenze passate che han cresciuto in te il cancro della paura, delle cose lasciate a metà… ” La stanza era impregnata del fumo di candele appena spente, i lucignoli continuavano a filare spire che prendevano forma, e parevano spiriti  attaccanti alle pareti. Sollevarmi fu impresa alquanto faticosa ma, dovevo tornare alle mie abitudini, tornare da dove? Mi rivolsi al Mago chiedendo, come un bambino appena guarito dalle febbre della crescita: Quale essere può possedere i vostri poteri? E il Mago, mi fissò per un lunghissimo istante, come per interrogarmi, ma la mia mente al momento era svuotata da ogni cosa. Si lisciava la lunga barba e come da manuale dei racconti del mistero, consultò uno dei suoi testi di scienza occulta. Non rispose direttamente, si alzò dalla sua sedia fissando di nuovo il sole, che stava tramontando alle nostre spalle, e disse: ” Non posso rendere con le parole le sensazioni che tu hai provato ma, chiedi a te,  cosa provoca l’angoscia che ti perseguita nei sogni, anche se, una parte di colpa appartiene alle fascinazioni della Strega. Il coraggio non può essere invocato, è una delle tante qualità della nostra personalità che ognuno conserva, come le cattive si radicano fin dalla nascita, giunte dai frammenti di vite passate, che non abbiamo del tutto  chiare ma, ogni tanto ci sembra di scorgere luoghi o volti conosciuti, anche se non siamo mai stati o non abbiamo mai parlato con quelle persone che riconosciamo in questa esistenza… Saltai fuori da quella casa, le campane intonavano il vespro e mi affrettai per non farmi di nuovo sorprendere dal buio e dai suoi misteriosi abitanti.

Continua…

ViolaNerapoetry